Riflessioni personali

Sono arrivata alla fine del percorso di Matematiche Elementari da un punto di vista superiore (A) e tante sono le conoscenze (o meglio le competenze) che porto con me. Se dovessi definire il lavoro fin qui fatto direi sicuramente che è stato stimolante, impegnativo ed interessante. Per me è stato davvero molto impegnativo poichè ho svolto anche tutti i lavori individualmente.

Inoltre un grande traguardo credo di averlo raggiunto: un nuovo approccio alla geometria e ai possibili modi di fare geometria.

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Aggiornamento “lavori in corso”

Il tempo passa ma anche i lavori procedono. Oggi ho terminato la presentazione sui “Grandi esploratori”; io ho scelto di raccontare il viaggio di Charles Darwin e devo dire che è proprio vero il detto popolare “non si finisce mai di imparare”.

 

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La geometria nei frattali

Il frattale è una figura geometrica dove la sua struttura si ripete su scala ridotta infinite volte senza cambiare aspetto. Questo implica il fatto che con l’ingrandimento dell’immagine si troveranno forme e strutture uguali alla forma di partenza.

Il termine frattale, come anche frazione, viene dal latino “fractus” che significa rotto. Infatti i frattali sono visti come oggetti di dimensione frazionaria.

In natura si possono trovare svariati frattali, come ad esempio la foglia di felce. 

 

 

 

 

 

Vi è inoltre l’arte frattale che calcola funzioni matematiche con l’ausilio di un computer e trasforma i risultati in immagini e in altre forme artistiche.

 

Un esempio famoso di forma frattale è IL TRIANGOLO DI SIERPINSKI: si tratta di un frattale molto semplice da realizzare utilizzando la geometria elementare.

Sierpinski formulò cosi la definizione di questa figura: “Dato un triangolo equilatero pieno, lo si divida in 4 triangoli equilateri e si rimuova il triangolo centrale rivolto verso il basso. Rimangono 3 triangoli: ad ognuno di essi si applichi lo stesso procedimento all’infinito”.

 

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Il Tangram con QQ Storie

Non è stato semplice ma anch’io mi sono cimentata con QQ Storie. Per alcuni non sarà una realizzazione complicata, ma io ne sono proprio soddisfatta!!! 😀

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Approfondimento sugli origami

 

La parola deriva dal giapponese ori = piegare e gami = carta, ma sembra che l’arte-divertimento-gioco-rituale di piegare la carta per ottenere forme complesse sia nato in Cina e attraverso gli Arabi, sia poi arrivato in Occidente. Ma il Giappone e la sua cultura scintoista lo ha indubbiamente sviluppato facendone addirittura un simbolo del ciclo vitale, la carta dopo essere stata utilizzata può essere recuperata, macinata, quasi completamente distrutta e alla fine riutilizzata per creare nuova carta e “rinascere a nuova vita”.

 

Ma per noi occidentali l’origami probabilmente è solo un simpatico gioco – passatempo: un modo per divertirsi creando forme utili o semplicemente belle e affinare le nostre abilità manuali. L’artedell’origami però, è molto di più.

Contemporaneamente scopro gli origami anche dentro alla scuola, come metodologia innovativa che permette di affrontare lo studio della geometria in un modo nuovo e stimolante. L’attività aiuta a sviluppare le capacità di osservazione e di analisi delle caratteristiche e delle proprietà delle figure che si formano con il procedere delle piegature del foglio, basate su proprietà di simmetria. Aprendo una qualsiasi figura infatti, troveremo una complessa struttura geometrica fatta di linee, triangoli, poligoni.

La geometria passa attraverso un “fare”, vedendo le figure prendere forma sotto le mani che si muovono scoprendo le loro caratteristiche.

Diversi sono i punti di forza di questa tecnica che può essere utilizzata anche come metodologia didattica nel contesto scolastico: consente di sviluppare capacità di analisi, concentrazione, una maggiore precisione e accuratezza nello svolgimento del proprio lavoro e promuove l’abitudine ad un impegno costante, senza per questo soffocare la fantasia e la creatività del bambino. Gli origami non sono solo figure complesse, ma anche lavori che nascono da semplici piegature con cui ogni bambino può liberamente creare figure sempre nuove e originali.

 

 

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Spazi vitali

Sto sviluppando il progetto “I miei spazi”. Mi piace.

Lo spazio è intorno a noi e noi, a nostra volta, occupiamo dello spazio. Nel mio lavoro ho utilizzato il termine “vitale” per sottolineare come sia per ciascuno, indispensabile. E’ legato a vissuti, emozioni, paure, oggetti… è carico di ricordi che ognuno di noi porta con sè. A volte, a seconda del mio umore, percepisco lo spazio in modo diverso: il medesimo ambiente che si ama può diventare soffocante e piccolo.

Mi sono concentrata soprattutto sugli spazi a me più cari: il mio paese (Castiraga Vidardo), la mia casa e la mia stanza. Proprio la casa, come luogo degli affetti più cari, è lo spazio che vivo più intensamente. Penso che questa mia affermazione possa essere condivisa da molte persone, del resto non è così strano se si pensa che da piccoli, proprio, uno dei soggetti più frequenti nei disegni è la casa. Una casa disegnata e disegnata più volte, un rettangolo con un triangolo: una geometria d’affetti.

Nonostante il mio senso dell’orientamento non sia il massimo, mi piace molto conoscere e trovarmi anche in spazi nuovi. Se potessi viaggerei in continuazione. 🙂

Google Maps in questo senso si è rivelato molto utile!

 

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Le magie del Tangram

Si ritiene che il Tangram abbia un origine orienatale viene fatto risalire al periodo della dinastia Tan. E’ noto come il “Quadrato delle sette astuzie” o anche il “Quadrato della saggezza”. Per i saggi dell’Antica Cina l’infinito era un quadrato senza lati. Sul tangram, che ebbe un grande sviluppo nell’Ottocento sono stati pubblicati molti libri che senza dubbio hanno contribuito alla sua diffusione. Si Racconta che Napoleone durante il suo esilio sull’isola occupasse molto del suo tempo con questo gioco. Anche Edgar Allan Poe e Lewis Carroll, amavano questo gioco. Carrol, il padre di Alice ricostruì le figure di molti dei personaggi del Paese delle meraviglie con i sette tan.

Il Tangram proprio per le sue particolarità risulta essere uno strumento efficace nel supportare l’azione di insegnamento di un insegnante. Si delinea come un’attività importante in grado di potenziare l’orientamento spaziale, la coordinazione visuo-motoria, le abilità logiche, nonché le capacità di attenzione, osservazione e concentrazione.

Può essere impiegato in ogni grado scolastico proprio per il suo intrinseco carattere ludico. Io mi ricordo che l’avevo utilizzato alle Medie con la mia professoressa Riva che insegna matematica e geometria. Ovviamente dovrà essere proposto con modalità differenti tenendo conto della diversa maturità degli alunni con cui si lavora. Ad esempio nella scuola primaria si potrà sfruttare proprio la sua dimensione ludica per arrivare in un secondo momento alle conclusioni.

Ci sono anche diversi siti, in rete, che propongono giochi matematici tra cui anche il tangram… c’è solo da scegliere e poi imparare divertendosi.

Ad esempio:

http://giochigioco.altervista.org/Giochi_di_competizione/tangram

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I miei Avatar… ma non solo

Oggi ho provato a creare alcuni miei avatar, e dopo averne sentito parlare da altre studentesse, ho voluto cimentarmi anch’io. Conoscevo l’esistenza di questi siti ma ad eccezione di Buddy Poke su Facebook non avevo mai provato ad utilizzarne degli altri.                                                   

Ho provato  a cercare su Internet la definizione di avatar ed ho così appreso che è un termine di origine antica legato alla religione induista ed indica l’assunzione di un corpo fisico da parte di Dio o di uno dei Suoi aspetti. Questa parola deriva dalla lingua sanscrita e significa “disceso”; nella tradizione religiosa induista consiste nell’incarnazione di un Deva, o del Signore stesso, in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti.

Oggi invece l’avatar è un’immagine scelta per rappresentare la propria utenza in comunità virtuali,  luoghi di aggregazione, discussione, o di gioco on-line si intende perciò una rappresentazione, una sorta di “incarnazione”.

Questi sono i miei avatar…

Il mio primo Avatar in versione un po’ animalesca 🙂 realizzato con http://buildyourwildself.com/

 

 Il mio secondo avatar realizzato con http://www.faceyourmanga.com/

 

 

 Ed infine una terza versione di me realizzata con Buddy Poke, un’applicazione di Facebook.

 

 

 

 

 

 

 

 Ora tocca a voi e buon divertimento!!!!!

 

 

 

 

 

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Matelsup2 :)

Nuovo esame e nuovo blog per raccontare quella che è stata ed è la mia esperienza di preparazione all’esame ma non solo, anche un’esperienza di apprendimento personale. Infatti devo proprio ammettere che alcuni dei programmi utilizzati e dei concetti affrontati io non li conoscevo. Ho appreso qualcosa che ha arricchito la mia professionalità di insegnante e che è spendibile sul piano pratico.

Ancora una volta l’indicazione “Se faccio imparo” si è rivelata veritiera. Alla mia iniziale titubanza su come affrontare i diversi progetti ho risposto proprio mettendomi alla prova, sperimentandomi e a volte procedendo per tentativi ed errori… ma questo è solo l’inizio!!!!

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